Portamine mini Koh I Noor Versatil 5228


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Questo portamine Koh I Noor Versatil 5228 mi aveva attirato per la sua dimensione, è lungo solo 11.5 cm (le mine standard da 2 mm bisogna spezzarle perchè non sporgano), non ne avevo mai visti di così piccoli. Esiste in due colorazioni giallo e rosso, preferivo il rosso, ma la disponibilità immediata era per il giallo e allora ho scelto quello.
Sembrava semplice e carina, gli aspetti deludenti si sono palesati al momento dell'uso. Il problema è la resa incerta che offre e la fattura del prodotto scarsa, siamo più vicini al "giocattolino" che alla matita affidabile.

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I difetti che ho riscontrato sono stati troppi: 
- La verniciatura debole, in alcuni piccoli punti critici dei bordi era già saltata via al momento di tirarla fuori dalla bustina di plastica dentro cui si trovava.
- La scrittura che offre è incerta perchè la mina da 2 mm sembra traballare leggermente all'interno, non c'è gioco nel meccanismo a pinza, ma scrivendo la sensazione è che non sia salda.
- Il meccanismo del corpo metallico verniciato che si avvita nella punta metallica si allenta con l'uso e quindi ogni tanto bisogna riserrarlo.
- Scrivendo il tappino in alto tintinna leggermente a contatto con il corpo della matita.
- L'affilamina è incorporato e anche assicurato tramite un meccanismo a vite, purtroppo la tipologia con quattro punte a vista, non produce una punta bella conica bensì una grossolana e, se non si fa attenzione, è facile pure risulti storta.

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Avevo già avuto un altro modello di portamine Koh I Noor, vent'anni fa, e ricordo che si faceva apprezzare per la solidità, tanto da poterla usare per il disegno tecnico, una cosa che in questa Koh I Noor Versatil 5228 non si ritrova proprio.
Tirando le somme funziona, però senza dare soddisfazioni e anzi regalando più di un fastidio, quindi la vedo come una matita che potrebbe accompagnare un'agendina, mentre è sicuramente da evitare se si pensa di sfruttare la dimensione ridotta per farla diventare un portamine da utilizzare per qualsiasi evenienza, qui la qualità scarseggia.

Caran d'Ache 849 nera e blu zaffiro


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La Caran d'Ache è una celebre marca svizzera che produce penne, matite e portamine, si posiziona nella fascia medio-alta del mercato degli strumenti per arte e scrittura, spingendosi ad offrire anche qualche modello di lusso.
Quella che presento è la Caran d'Ache 849 un modello di penna a sfera che esiste in svariate colorazioni e anche in edizioni speciali, tanto da diventare un vero oggetto da collezione.
Le due Caran d'Ache 849 che possiedo sono la versione black metal, in metallo nero opaco, e la blu sapphire, in metallo verniciato blu zaffiro, una tonalità scura del blu (dal vivo appare un po' diverso rispetto alle foto).
Fra queste due versioni preferisco quella nero opaco, nella lucida blu zaffiro rimangono un po' i segni delle impronte.

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Una volta presa in mano una Caran d'Ache 849 la prima sensazione è di una penna solida, comoda da impugnare e bella da vedere, leggermente più piccola della norma, ideale come penna da taschino.
In realtà solo apparentemente solida perché, nonostante il corpo in metallo, nasconde un meccanismo di avvitamento che fa affidamento in un pezzetto di plastica (vedi foto sopra), una scelta discutibile per una penna che si vuole discostare dalla fascia economica, con un costo di partenza intorno ai 20 €.

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Il refill contenuto nelle Caran d'Ache 849 è chiamato Goliath, nella maggior parte dei casi con inchiostro del loro particolare blu cobalto, è di un formato proprietario della Caran d'Ache e dovrebbe garantire 8000 metri di scrittura.
Io avevo scelto per la versione nera una venduta già con refill nero, altrimenti bisogna acquistarlo a parte e sostituirlo.
Il refill standard anche se è dichiarato con tratto medio, a mio parere è più un medio-fino, che lascia un segno preciso e uniforme, senza sbavature, ma anche un po' tenue (vedi immagine sotto con il confronto con le penne BIC cristal)

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Nonostante il refill della Caran d'Ache 849 sia di un formato proprietario, ho visto che si può cambiare con uno classico tipo Parker (modello international G2) a patto di invocare MacGyver e armarsi di taglierino e/o carta vetrata per rimuovere qualche millimetro del retro in plastica del refill tipo Parker, per far in modo che sia posizionabile dentro la Caran d'Ache 849 senza che la punta rimanga fuori.
Io l'ho fatto con successo, qualche volta il meccanismo si inceppa, ma purtroppo si inceppa anche con il refill originale.
Una particolarità della Caran d'Ache 849 è proprio il clic per estrarre la punta praticamente silenzioso, che può piacere o meno (a me piace molto), lontanissimo dal clic deciso delle penne Parker. Per contro, come dicevo, ogni tanto si inceppa e, in alcuni modelli, da me nella blu zaffiro, può capitare di sentire un po' stridere, con il tempo dovrebbe levigarsi e attenuarsi.

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La Caran d'Ache 849 mi ha convinto pienamente per il design e le dimensioni contenute, non altrettanto il meccanismo in parte in plastica e il refill proprietario con un inchiostro poco deciso. 
Se venissero vendute con un refill dalla punta leggermente più larga e soprattutto con un colore più intenso di inchiostro sarebbe veramente l'ideale, certo che un tratto così uniforme difficilmente si trova in altre penne a sfera.
In conclusione è una penna di qualità con qualche punto debole.